Mantova, Palazzo Te, Camera di Psiche: “Il banchetto nuziale di Amore e Psiche in un consesso di dei”. Nell’affresco di Giulio Romano si riconoscono Vulcano, Zefiro, Apollo, Bacco, Sileno, Cerere e Giunone. Ispirandosi alla favola di Amore e Psiche, contenuta nelle Metamorfosi di Apuleio, Giulio Romano affrescò questa parete tra il 1526 e il 1528. I dipinti gli furono commissionati da Federico II Gonzaga, duca di Mantova, per celebrare in questa residenza di campagna, dedicata al riposo e al piacere, il suo amore clandestino con Isabella Boschetti. La scena del banchetto nuziale conclude le travagliatissime vicende dell’amore tra Psiche ed Eros: è una chiara allegoria degli amori del committente e, al tempo stesso, un auspicio. Psiche, cioè l’Anima ed Eros, l’Amore passionale, si uniscono finalmente in un sontuoso matrimonio benedetto da tutti gli dei. Il figlio che nascerà dalla loro unione, qui già raffigurato nel loro letto nuziale, si chiamerà Voluptas: il piacere perfetto che nasce dall’unione armoniosa di corpo e spirito.